Paolo Busi, Fiasco!, e il Teatro dell'Improvvisazione

Negli ultimi anni si è parlato spesso di improvvisazione teatrale, tramite radio, tv, internet e passaparola tra amici.
Fare improvvisazione teatrale vuole dire andare in scena senza testo scritto, creando lo spettacolo direttamente davanti al pubblico. L'attore che improvvisa non sa cosa farà, ma saprà cosa fare una volta che lo spettacolo è iniziato.
L’Associazione Culturale Janus ha avuto il piacere di intervistare Paolo Busi, attore del teatro dell’improvvisazione, che ha utilizzato Fiasco! per un suo spettacolo.

Ciao! Chi sei ma soprattutto cosa fai?
Ciao! Mi chiamo Paolo Busi e faccio parte, assieme ad altri cinque attori e un musicista, dei “5 Dita Nella Presa”, un gruppo di improvvisazione teatrale, il Teatro all'IMPROnta.

In questi anni si parla di improvvisazione teatrale, ma non tutti sanno cosa sia: vuoi aiutarci a capire meglio cosa sia un gruppo di Imprò e come funziona una serata di improvvisazione teatrale?
Ci sono svariate realtà nell'improvvisazione. Associazioni numericamente grandi o compagnie minuscole, come la nostra. C'è chi mette in scena degli incontri tra due squadre facendo votare al pubblico quella che preferisce e c'è chi si fa dire dal pubblico cosa vorrebbe vedere quella sera per poi farlo; c'è chi si mette alla prova costruendo - per esempio - una scena senza usare parole che contengano una consonante scelta dagli spettatori e c’è chi cerca d'improvvisare una storia completa con un inizio, una parte centrale e una fine, c'è chi fa Shakespeare e chi fa il Musical. C'è di tutto, insomma.

Ci sono differenze tra un gruppo canonico e il tuo gruppo?
Il nostro gruppo si caratterizza perché pur avendo sperimentato tutte realtà elencate sopra, abbiamo anche un curriculum teatrale in senso classico: c'è chi ha fatto cinema, chi ha fatto danza, chi Commedia dell'Arte, chi canto. Perciò abbiamo un approccio centrato meno sulla storia o sulle risate e più sulle relazioni tra i personaggi.
Allo stesso tempo cerchiamo di creare situazioni che uno spettatore potrebbe trovare a teatro e non al cinema. Per esempio niente astronavi e alieni, ma magari una scena su come due astronauti che non si sopportano da una vita devono cercare di portare a termine la prima missione umana su Marte. Insomma, ci piace usare l'improvvisazione per esplorare il lato umano dei personaggi: perché sono lì e perché non si sono ancora ammazzati a vicenda? All'inizio di una scena, di ogni scena - che sia cinema, teatro, non importa - lo spettatore inconsapevolmente questa domanda se la pone. Noi cerchiamo di rispondere. In scena. Improvvisando.

Ok,sono uno spettatore che non conosce i giochi di ruolo e l'improvvisazione teatrale. Vengo a vedervi. Cosa devo fare? Cosa mi capita?
In un nostro spettacolo tipico chiediamo un suggerimento. Può essere una parola: a volte un'emozione, altre una poesia o una canzone,o altro. Quel suggerimento per noi è il trampolino: lo utilizziamo per farci un monologo, oppure una canzone. Poi il monologo o la canzone li usiamo come spunti per fare la prima scena, che usiamo come spunto per la seconda e così via, unendo in maniera organica scene, monologhi e canzoni.

Per esempio?
Il pubblico suggerisce "pattume". Io tengo un breve monologo ricordando i bidoni dell'immondizia di quand'ero bambino e del camion che veniva a prenderli, dove c'erano due netturbini in piedi su un predellino che svuotavano i bidoni. Due attori fanno una scena nella quale sono due netturbini, uno è sposato con la sorella dell'altro e gli dice che ha intenzione di divorziare. Come sarà il loro turno di lavoro? Altra scena: un uomo lasciato dalla moglie non è assolutamente capace di stare dietro alla casa. Mangia schifezze, ha tutte le camicie non stirate e così via. Davanti ai bidoni della raccolta differenziata la vicina di pianerottolo gli spiega che l'umido va qua,che il vetro là e così via e lui, mentre lei parla, s'innamora e usa la propria incapacità nelle faccende domestiche per conquistarla. Da qui un'altra attrice trae spunto per cantare una canzone sul fatto che le donne s'innamorano sempre del'uomo sbagliato. Poi magari torniamo alla prima scena, con la sorella del netturbino che spiega al fratello che ha capito di essersi innamorata dell'uomo sbagliato. E così via. Non pensiamo mai a cosa dovrà accadere o dove deve andare la storia, ma a cosa è accaduto.

Fila sempre tutto liscio?
Cambiando il suggerimento cambia tutta la sequenza di associazioni che crea lo spettacolo. Siamo talmente fessi che una volta abbiamo rifiutato il suggerimento del pubblico spiegando che ci avevano dato lo stesso spunto una settimana prima da un'altra parte, col risultato che gli spettatori poi non hanno creduto che fosse tutto improvvisato.

E noi? Come fai a conoscerci? Come hai scoperto Fiasco? Sei un vero nerd?
Rolla iniziativa!

Bé, io ho un trascorso da giocatore di ruolo che si perde nella notte dei tempi, basta pensare che ho a casa l'edizione di D&D del 1981! Col tempo ho progressivamente abbandonato l'hobby a favore dell'improvvisazione teatrale.
Cercando strumenti per fare entrare la narrazione nell'improvvisazione sono inciampato nei giochi di ruolo di nuova generazione e ho visto che c'erano autori che stavano facendo quello che cercavo di fare io: smontare il meccanismo della creazione drammaturgica per rimontarlo in maniera tale che si costruissero storie senza che la cosa fosse palese.
Molti di questi autori hanno esperienza nell'imprò, perciò tra le righe dei regolamenti i nostri cuori comunicano. L'edizione in italiano di “Fiasco!” mi ha sorpreso con la carta di credito in mano mentre stavo per prendere l'edizione in inglese: veramente! Purtroppo per “Shock” e “Un Penny Per I Miei Pensieri” siete arrivati tardi, ma non per “Grey Ranks”, “Polaris” e “Non Cedere Al Sonno”, “Non Perdere il Senno” - Non male, eh?
“Fiasco!” m'incuriosiva per quei sogni grandiosi e pessime realizzazioni. M'interessava vedere il meccanismo per creare dei fallimenti che non suonassero sempre e soltanto come delle fantozzate.

Come è nata l'idea di usare Fiasco per uno spettacolo di Imprò? Quanto tempo è servito per allestire il progetto?
Tutto nasce col "Malinconico Duo Finlandese" di "Come Fare Fiasco": l'ho visto e mi si è accesa una lampadina. Quel tipo di “Fiasco!” lavora sulle coppie, come facciamo noi.
Le coppie sono tenute assieme da Luoghi, Oggetti e, sopratutto, Bisogni, e noi quello lo abbiamo ben presente, visto il background teatrale.
Il "Malinconico Duo" era una sequenza di scene a due, e anche noi usiamo le sequenze di scene a due per creare gli spettacoli. Bisognava solo provare a farlo. E dopo due mesi di lavoro intenso (e doloroso) è nato Matrjoska.

Parlaci meglio del progetto Matrjoska
Matrjoska lo abbiamo creato per cinque attori: purtroppo una delle nostre attrici non riusciva, per altri impegni, a tenere il ritmo di prove che abbiamo visto subito essere necessario. Perciò abbiamo deciso che quattro attori avrebbero avuto il ruolo dei Protagonisti, mentre un quinto avrebbe avuto il ruolo del Jolly per coprire eventuali necessità di personaggi di contorno. All'apertura dello spettacolo il pubblico sceglie un libro a caso da un mucchio di libri di letteratura russa e una pagina di quel libro serve da trampolino.
Poi inizia la sequenza del “Malinconico Duo Finlandese”, con la drastica differenza che i personaggi e i legami non sono decisi in anticipo, ma creati direttamente in scena: un'attrice entra e fa una donna anziana, un attore la raggiunge e dice "Aspetta mamma, che ti aiuto" ed ecco creata la Relazione (Madre e Figlio); lei risponde "Carlo, invece di stare lì a cincischiare aiutami a mettere il puntale in cima all'albero" e tra loro abbiamo un Oggetto: un Albero di Natale.
E così via, ogni volta che due personaggi che non si sono mai incontrati prima vanno in scena. In questa maniera più o meno a un terzo dello spettacolo tutti i Personaggi sono legati tra di loro. Le scene vengono ogni tanto inframezzate da canzoni che improvvisate dal Jolly, per dare un po' di respiro al pubblico e per permettere agli attori di riordinare le idee (non per decidere cosa fare, tra di noi non parliamo mai durante lo spettacolo) .
Il risultato finale consiste così in una sequenza di quindici scene, introdotta e chiusa da una canzone, più quattro-cinque canzoni, per un'ora e mezza di spettacolo.
Abbiamo deciso di escludere i bagni di sangue, le situazioni “gonzo” o i playset: facciamo uno spettacolo rivolto al teatro e il ricalcare lo stile “Fiasco!" [da tavolo NdR] renderebbe tutto un po' una scemenza; “Fiasco!” è un gioco da fare al tavolo, coi suoi dadi bianchi e neri, le sue tabelle della crisi e il suo sipario, uno spettacolo è un'altra cosa.

Perchè “Fiasco!” funziona per te il tuo gruppo?
Come “Cinque Dita” ci siamo allenati a gestire scene lunghe solo con due, massimo tre, attori in scena, perciò l'approccio di “Fiasco!” , dove ogni personaggio viene creato a partire da come è legato agli altri, per noi è stato come il whisky per gli indiani.

Perchè ti aiuta, e come?
Normalmente nell'improvvisazione le relazioni sono limitate a Genitore-Figlio, Amici, Colleghi, Capo-Impiegato, Marito-Moglie, Coppia di fidanzati e poco altro, a volte non ci sono affatto, perciò già solo la prima pagina dei playset, quella delle Relazioni, per molti sarebbe una miniera d'oro.

Come ha migliorato la tua esperienza a teatro?
Grazie all'approccio alle scene di “Fiasco!”: quando tocca a te impostare che fai? Guardi il tavolo, osservi quello che c'è, e su quello crei la scena. Fai con quello che hai, non quello che vorresti avere. Questa per chi improvvisa è una grande lezione.
Infine c'è l'eleganza. Sulle prime pensavo di impostare lo spettacolo come un Playset, col pubblico che avrebbe deciso le Relazioni, i Bisogni, eccetera; poi ho realizzato non era questo che rende “Fiasco!” un grande gioco, ma il fatto che una volta che le bocce si mettono in moto non ci si ferma più. Per questo lo spieghi e inizi a giocare in dieci minuti. perché tutto il superfluo è stato tolto. Per il teatro è la stessa cosa: bisogna togliere il superfluo.

Lo consiglieresti a quale tipo di persone?
Se dovessi consigliarlo a qualcuno, lo consiglierei alle improvvisatrici. Le donne nell'improvvisazione vengono spesso relegate a quattro ruoli base: la Moglie, la Fidanzata, la Figlia o la Prostituta; mentre in Fiasco i personaggi femminili fanno le peggiori cose: seducono, fomentano odi, manipolano, uccidono, o vengono uccise perché troppo spietate.
Ecco: se alle improvvisatrici venisse permesso di portare in scena personaggi di tale spessore più spesso, sarebbe una cosa meravigliosa per tutti.

Contatti: Trovate Paolo e il suo gruppo su facebook o su http://www.teatroallimpronta.it/

(CC) Andrea “Rino” Rossi

0 gennaio 09, 2012